Cos’è la Leadership?
“Se le tue azioni ispirano gli altri a sognare di più, imparare di più, fare di più e diventare di più, sei un leader.”
John Quincy Adams.
Ci sono quelli che comandano e quelli che guidano. Quelli che impongono e quelli che insegnano. Quelli che incutono timore e quelli che ispirano.
Ci sono i capi, e poi ci sono i leader.
Nonostante, ormai, si parli ovunque di leadership, mi capita spesso di notare quanto sia presente nella maggior parte delle aziende un fenomeno culturale accettato e condiviso dalla stessa società.
I fallimenti vengono criticati.
Il successo, le vittorie, i traguardi raggiunti, invece, non sono celebrati ma dati per scontati, come se ottenere un buon risultato fosse normale, il minimo da richiedere alle proprie risorse.
Questo è ciò che io definisco abitudine improduttiva, perché innesca un meccanismo che non produce motivazione ma genera diffidenza e scoraggiamento. Il clima aziendale ne risente nella sua totalità.
Un vero leader sa come motivare i propri collaboratori e celebrare il loro successo. Soprattutto, sa come farlo in maniera autentica, senza ridurre il riconoscimento di un traguardo raggiunto ad un puro rituale formale.
La motivazione.
Il riconoscimento dei successi diventa, così, il motore della motivazione delle proprie risorse.
Si crea un circolo virtuoso grazie al quale le persone si focalizzano sugli obiettivi da raggiungere perché stimolate dai benefici della celebrazione che l’ottenimento dei risultati porta con sé.
Le persone motivate hanno fiducia in loro stesse e nelle loro capacità, sono persone che, nell’immediato, si sentono utili e, in prospettiva, diventano più consapevoli.
Un vero leader lo sa bene, per questo motivo sa correggere in privato ed elogiare in pubblico, trovando il modo di apprezzare e sostenere la crescita delle sue risorse.
Tutte queste azioni contribuiscono a rendere più chiari, agli occhi dei dipendenti, vision, mission e obiettivi aziendali e sviluppano un senso di appartenenza e riconoscimento nei valori aziendali da parte delle risorse.
L’inclinazione alla celebrazione dei risultati fa parte inoltre di un atteggiamento mentale vincente molto più ampio: quello di sapersi focalizzare su ciò che le persone sanno fare bene e non su quello che non riescono a raggiungere.
I 4 stili di Leadership.
Un vero leader sa che può adottare quattro stili di leadership diversi in relazione al diverso grado di “maturità” dei propri dipendenti:
- Se i collaboratori presentano una scarsa maturità, non hanno adeguate competenze, né sono pronti ad assumersi delle responsabilità è necessario che il leader adotti uno stile basato su un comportamento alto direttivo e basso relazione. Il suo compito principale sarà quello di definire i ruoli, stabilire quali attività devono essere svolte, in che modi, in quali tempi;
- Se i collaboratori presentano una maturità-medio bassa con scarse competenze, ma una disponibilità ad assumersi delle responsabilità e fiducia in se stessi, lo stile di leadership più adatto è quello dato da un alto comportamento direttivo e un alto comportamento di relazione. Il leader definisce i ruoli, le attività da svolgere, i modi e i tempi, ma sostiene i suoi collaboratori cercando di far accettare le scelte adottate;
- Se i collaboratori hanno una maturità medio-alta per cui sono capaci, ma non dispongono di una adeguata fiducia in se stessi, il leader deve scegliere uno stile fondato su un basso comportamento direttivo e un alto comportamento di relazione in modo da spronarli ad utilizzare le proprie capacità;
- Se i collaboratori hanno un alto grado di maturità, dispongono delle competenze tecniche, sono disponibili e sicuri di sé, il leader può adottare un comportamento basato su un basso comportamento direttivo e un basso comportamento di relazione limitandosi a definire gli obiettivi e lasciando decidere ai collaboratori come realizzarli.