Proattivo o reattivo?
Qualunque cosa ti succeda, l’hai decisa tu.
Problemi. Avrai spesso sentito che i problemi si risolvono con una modalità che si chiama problem solving.
Io preferisco tradurlo in “far andare le cose come vuoi”.
Sei curioso di conoscere la formula per far andare le cose come vuoi? Ti sembra azzardato? Ti sembra un sogno?
Questa formula la conosci già, è solo che capita troppo spesso di non volerla applicare.
Perché non sempre si è disposti a mettere in atto i cambiamenti necessari per metterla in pratica.
La proattività è pensare che qualsiasi problema tu stia avendo lo hai generato tu.
La reattività è pensare che qualsiasi problema tu abbia lo hanno generato gli altri.
Proattività è considerare te stesso come generatore di ciò che ti succede.
Se invece consideri gli altri generatori della situazione, finirai per accettarla così com’è.
Chiuderai la mente e il tuo percorso di crescita finirà lì.
Se invece penserai che tutto ciò che accade dipende da te, questo ti porterà a sviluppare nuove abilità, nuove conoscenze, nuove capacità.
Il tuo cervello continuerà a cercare soluzioni. E una volta apportati i cambiamenti verificherai se il problema è risolto oppure no. E se ancora non lo è mi ritroverò davanti al bivio.
Chiediti: “Dipende da me?”.
Se il pensiero è reattivo, lo stato d’animo è reattivo e anche le azioni reattive, di conseguenza, diventano reattive.
Ti faccio due esempi.
Se io penso che un mio cliente sia uno scocciatore, mi comporterò di conseguenza. Il mio stato d’animo sarà quello di uno che deve avere a che fare con uno scocciatore. E le mie azioni saranno determinate da questo stato d’animo. Così il mio comportamento andrà nella stessa direzione, il mio modo di parlare, il mio pormi, di agire, e quindi quale sarà il risultato?
Se penso che il mio collaboratore non riuscirà a portare a termine un compito con successo, questo poi accadrà. Gli trasmetterò la condizione che non ce la farà e questo influenzerà il suo stato d’animo, quindi le sue azioni e quindi il suo risultato. Pensare in modo proattivo invece mi mette nelle condizioni di cercare gli aspetti buoni e positivi di una persona che non mi piace, per esempio. Mi domando: in quale campo questa persona può dare il massimo? Quali sono i suoi talenti?
Proattivo – Reattivo: che differenza c’è?
La differenza consiste nell’approccio che adotti in una situazione problematica: la tua reazione sarà proattiva o reattiva. Sempre. Davanti ad un problema da risolvere l’accoppiata pensiero-azione può seguire solo due percorsi:
A) “Non posso farci niente. Non dipende da me.” (PENSIERO)
Non faccio nulla, aspetto che siano altri a prendere una decisione. (AZIONE).
B) “Consideriamo bene le alternative. Mi assumo la responsabilità. ” (PENSIERO)
Agisco. Cerco di applicare la soluzione migliore che ho pensato. (AZIONE).
A) ha adottato un approccio reattivo: è focalizzato sul problema; la colpa è degli altri e delle circostanze. Non ha controllo o pensa comunque di non poter incidere.
B) agisce proattivamente: è concentrato sullo sforzo, sulla soluzione. E’ consapevole di poter incidere sui fattori che hanno creato il problema e tenta di risolverlo.
Non si nasce proattivi o reattivi. L’ambiente nel quale cresciamo ed evolviamo ci porta inconsciamente verso una direzione o l’altra. Essere proattivi è un allenamento che richiede alla nostra mente di fare un cambio di prospettiva importante.
“Proattività è un termine coniato da Stephen Covey, l’autore del best seller I 7 pilastri del successo” spiega Davide Malaguti, formatore e coach votato da sempre al pensiero proattivo.
La reattività è pensare che qualsiasi problema tu stia avendo lo abbiano generato gli altri. La proattività è pensare che qualsiasi problema tu stia avendo lo abbia generato TU. “Sono IO che – in un modo o in un altro – ho creato quei problemi che sto sperimentando, e sono solo io che posso trovare una soluzione efficace.
D’altro canto, reattività è anche pensare che qualsiasi insuccesso tu stia avendo lo abbiano generato gli altri o la sfortuna. Proattività è pensare che qualsiasi successo tu stia avendo lo abbia generato TU.
In definitiva, il comportamento reattivo è di coloro che considerano gli altri come generatori di tutte le cose che succedono loro. Il comportamento proattivo è di coloro che considerano sé stessi i generatori di tutte le cose che succedono loro.
“La differenza sta nel fatto che se ritengo gli altri i generatori di quello che mi accade, accetto la situazione così come è, anche se non mi va bene. Chiudo la mente” spiega Malaguti.
Il mio percorso di crescita è già finito, perché dovrei preoccuparmi di cambiare quello che sta succedendo se non dipende da me, ma dipende dagli altri?
Se invece, penso che ciò che mi accade dipenda da me, cercherò di sviluppare nuove abilità, nuove conoscenze e nuove capacità per far andare le cose come vorrei. Se penso che dipenda da me, cambierò le cose, il mio cervello continuerà a cercare soluzioni per quel problema. Una volta apportarti i cambiamenti, verificherò se il problema è risolto. Se ancora non lo è, mi troverò di nuovo davanti al bivio: proattivo o reattivo?
“Dipende da me”
Il processo è iterativo: si migliora per step successivi.
La perfezione è solo l’obiettivo finale irraggiungibile, ma cui tendere.
E tu, pensi e agisci proattivamente?